
L’ALLEGORIA DELL’AMORE E DEL TEMPO
- ARTE E SEGRETI -
I PARTE
Agnolo Bronzino - dipinto da ignoto

La fanciulla il cui bel volto sbuca dietro il putto, è piuttosto strana, se si cerca di guardarne il corpo, che in parte si nasconde sempre dietro il putto, e non è un caso. Perché la bella veste verde che indossa è in parte sollevata, ed appare un corpo squamoso, da pesce o da rettile. Più in basso, compariranno delle zampe con artigli ed anche una lunga coda. In una mano tiene un favo di miele, nell’altra cerca di nascondere un piccolo animale venefico. Non solo, a ben guardare le due mani sono scambiate: la destra è una sinistra, e la sinistra una destra.
Qualche critico, fermandosi alla pelle squamosa, ha ritenuto che fosse una Arpia, ma sono le mani, a svelare l’identità: la mano cattiva che offre il dono, la mano buona che nasconde il veleno: una duplicità vertiginosa.
E’ la Frode (anche l’Inganno o l’Ipocrisia, secondo gli iconologi del ’500), la cui caratteristica fondamentale è proprio la duplicità: per questo il viso è bellissimo ed il corpo orribile, per questo le mani sono scambiate, per questo non sta in primo piano, ma si nasconde dietro al putto, che è il simbolo del Piacere e del Gioco.
Proprio negli anni in cui opera il Bronzino si diffonde il gusto dei labirinti: grafici, scolpiti, realizzati nei giardini, quasi a significare la perdita di senso, la difficoltà di trovare una risposta univoca: la Frode è una moderna Sfinge, più insidiosa di quella che incontrò Edipo.
Se si esamina il particolare in basso a destra del quadro del Bronzino, si scoprono altri aspetti di cui alcuni inattesi.
Non lo è il pomo nella mano (splendida!) di Venere, un dono che la dea intende offrire ad Amore o Cupido (si badi, è suo figlio, in quasi tutti i miti, e quindi c’è pure il coté incestuoso); tiene il pomo in modo che Cupido lo veda – però con l’altra mano tiene una freccia, che Cupido non può vedere, ma di ciò poi.
Si intravedono anche parte delle gambe della dea, che è di una bellezza non so dire se divina o diabolica, ed il Bronzino a questo voleva portarci, ad una ammirazione tanto forte quanto turbata.
Pomo, Gambe della dea e maschere (partic.)
Si vede che il putto ha una cavigliera ornata con campanelli, un motivo dell’antichità ellenistica che rimanda al Piacere ed al Gioco.
Si intravedono anche le zampe con gli artigli della bella fanciulla, la Frode, e la sua lunga coda, simile, diremmo noi, a quella di un enorme serpente a sonagli, che presumibilmente il Bronzino non conosceva (ma che strano, sonagli-campanelli!).
Autore testo Solimano – Impaginazione e presentazione di Tony Kospan
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