Un mitico dipinto dal significato abbastanza chiaro ma che tuttavia, secondo lo stile dell'epoca, nasconde tanti simboli più o meno misteriosi...
"Guardiamolo" da... vicino
L’ENIGMA DELLA PRIMAVERA DEL BOTTICELLI a cura di Tony Kospan
Raramente un dipinto che ha un oggetto così chiaro... come questo... nasconde invece tanti segreti interpretativi... Commissionata al pittore fiorentino intorno al 1478, "La Primavera" è il più celebre dipinto mitologico del Quattrocento, ed è anche una delle creazioni più misteriose del Rinascimento. Ancor oggi nonostante i tantissimi studi da parte dei più grandi esperti d'arte ci sfuggono sia la genesi precisa che i suoi veri significati Nel 1498, pochi anni dopo la sua realizzazione, adornava il letto del giovane Lorenzo di Piefrancesco de’ Medici, nipote del Magnifico. Sessant’anni più tardi, avendola vista nella villa medicea di Castello, Giorgio Vasari ce ne parla in un passo del suo celebre "Le Vite" ed in pratica ci consegna il titolo dell'opera "… un’altra Venere, che le Grazie la fioriscono, dinotando la Primavera: le quali da lui (Botticelli) con grazia si veggono espresse".
AMBIENTAZIONE E PERSONAGGI RAPPRESENTATI
Nell'opera sono rappresentati nove personaggi posti in un boschetto ombroso, che si presentano allineati su un prato con decine di fiori di vario genere.
L'ambientazione ricorda gli arazzi fiamminghi, noti come "millefiori", all’epoca molto diffusi nelle case aristocratiche fiorentine. L’identità delle nove figure sembra ormai definitivamente accertata.
Al centro della composizione c'è Venere (per altri potrebbe essere invece Giunone per la sua posa serena).
Le tre Grazie: Talia la prosperità, Eufrosine la gioia e Aglaia lo splendore Sia la dea che le altre figure femminili appaiono chiaramente incinte. Sulla destra Zefiro, la ninfa Cloris che si trasforma in Flora dalla splendida veste bianca decorata di corolle.
In alto Cupido e sull'estrema sinistra Mercurio.
LETTURA DEL DIPINTO
Va fatta contrariamente al solito... da destra verso sinistra.
Zefiro, vento primaverile agguanta la ninfa Cloris che poi si trasforma in Flora... dea della Primavera... e dei fiori...
e che pur non essendo il personaggio centrale... spicca per la sua bellezza... e dà il nome al dipinto. Accanto a Flora... al centro dipinto... la dea Venere (o Giunone) con posa calma saluta con la mano le tre Grazie che danzano in cerchio un ballo dell'epoca coperte di veli trasparenti.
Cupido (qui in posizione verticale)
Dall’alto Cupido alato scocca uno strale infuocato, mentre Mercurio, assorto, volgendo le spalle agli altri personaggi, tocca (indica? disperde?) le nuvole col caduceo (bastone con due serpenti attorcigliati intorno a esso).
Mercurio
I DUBBI
L'aver individuato tutti i soggetti presenti non ha tuttavia risolto la spiegazione del senso complessivo del dipinto ed infatti... Qual'è il vero significato dell'opera e cosa accomuna le nove figure? Perché la dea e le altre figure femminili sono tutte incinte?
ALCUNE TRA LE SPIEGAZIONI PIU' ACCREDITATE
Il primo che tentò di risolvere il problema fu lo studioso tedesco Aby Warburg che ipotizzò anche un titolo più preciso per il dipinto "Regno di Venere". Questo perché appaiono riunite figure mitologiche che generalmente sono associate alla dea, la quale è anche la divinità della primavera. L’inglese Charles Dempsey, invece, ritenne che il quadro fosse la raffigurazione non solo della stagione primaverile, ma anche dei tre mesi di cui essa è composta: il mese dei venti, marzo, sarebbe simboleggiato da Zefiro-Cloris-Flora; Venere, Cupido e le Grazie alluderebbero ad aprile, il mese dell’amore; mentre Mercurio rappresenterebbe maggio, dato che il nome di tale mese derivò anticamente da quello di Maia, madre di Mercurio. Altri studiosi hanno cercato figure storiche nascoste sotto i panni mitologici e così sono stati fatti i nomi di dame fiorentine per Flora e le tre Grazie. Altri ancora hanno ipotizzato spiegazioni di tipo filosofico. Il critico d’arte tedesco Erwin Panofsky, per esempio, ricordando i diversi tipi di Amore e le relative Veneri del Neoplatonismo, ha contrapposto la Venere celeste raffigurata nella "Nascita di Venere" – altro capolavoro del Botticelli – alla Venere terrena de "La Primavera". Lo storico dell’arte austriaco Ernst Gombrich, invece, ha interpretato il quadro come la raffigurazione della Venus-Humanitas, figura che il filosofo Marsilio Ficino raccomandava come guida spirituale in una lettera al giovane Lorenzo di Pierfrancesco de’ Medici, probabile destinatario del quadro. "La Primavera", dunque, è la visualizzazione di un dogma filosofico? è la rappresentazione di un ideale paradiso umanistico, immerso nella natura e abitato da un’umanità eternamente giovane e bella? è la raffigurazione di un complesso messaggio simbolico? Oppure rappresenta semplicemente – secondo un’opinione oggi poco seguita – una mascherata di giovani fiorentini in una festa dell’epoca? Il mistero intorno a questo straordinario dipinto è ancora fitto.
UNA PERSONALE INTERPRETAZIONE
Botticelli
Tutto il dipinto è un inno al sorgere ed all'affermarsi della Primavera come la bella stagione che, rompendo le rigidità e le oscurità invernali, con il sorgere dei fiori e la rinascita della natura, prepara il trionfo dell'estate.
Nel rappresentar ciò il Botticelli utilizza i simboli della mitologia classica e, a conferma della mia interpretazione, attraverso l'immagine delle donne incinte esalta la primavera quale momento di gestazione della natura che darà presto tutti i suoi frutti... al sole dell'estate.
TONY KOSPAN
FONTI: VARI SITI WEB
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martedì 19 marzo 2013
L’ENIGMA DELLA PRIMAVERA DEL BOTTICELLI
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