domenica 31 marzo 2013

LA LEGGENDA DELLA PASTIERA NAPOLETANA ED UNA REGALE... STORIELLA

 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
Tutti, penso, conoscono la prelibatezza...
i profumi e la dolcezza della pastiera napoletana...,
vera regina dei dolci pasquali...,
(anche se in verità ora si mangia tutto l'anno),
ma non tutti forse ne conoscono
 la simpatica leggendaria origine.
 
 
 
 
 
 
 
 
LA LEGGENDA DELLA PASTIERA NAPOLETANA
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La leggenda della pastiera è legata al mito della Sirena Partenope e del suo bellissimo canto che estasiava le genti che abitavano il golfo.
 
Queste, per ringraziarla, vollero renderle omaggio regalandole i doni della loro fertile terra:
- la farina, forza e ricchezza della campagna;
- la ricotta, omaggio di pastori e pecorelle;
- le uova, simbolo della vita che sempre si rinnova;
- il grano tenero, bollito nel latte, a prova dei due regni della natura;
- l’acqua di fiori d’arancio, perché anche i profumi della terra solevano rendere omaggio;
- le spezie, in rappresentanza dei popoli più lontani del mondo;
- infine lo zucchero, per esprimere l’ineffabile dolcezza profusa dal suo canto, in cielo, in terra, ed in tutto l’universo.
 
 
 
 
 John William Waterhouse - La sirena
 
 
 
La sirena, felice per tanti doni, si inabissò per fare ritorno nel suo regno e portò le preziose offerte ai piedi degli dei.
 
Questi, estasiati dal soavissimo canto, riunirono e mescolarono con arti divine tutti gli ingredienti ricevuti trasformandoli in una torta che superava in dolcezza e bontà perfino il canto della stessa Partenope.
 
Era nata la Pastiera...
 
 
 

Pastiera Napoletana

 
 
 
 
 
UNA REGALE... STORIELLA...
 
 

Tra le tante storielle che si raccontano sulla pastiera, molto carina è quella di re Ferdinando II di Borbone che, pur essendo di carattere giocherellone,  aveva invece sposato Maria Carolina d’Austria dal carattere freddo ed austero, e descritta da tutti come una che "non rideva mai".
 
Un giorno la regina, cedendo finalmente dopo molte insistenze di re Ferdinando, si decise ad assaggiare una fettina di pastiera e non poté far a meno di sorridere e pare che il re allora abbia detto:
"per far sorridere mia moglie ci voleva la pastiera, ora dovrò aspettare la prossima Pasqua, per vederla sorridere di nuovo".
 
 
 
 
 
La Pastiera napoletana, tra storia e leggenda
Maria Carolina d’Austria
 
 
 
 

 CIAO DA ORSO TONY… CHE SI CONFESSA…
INNAMORATO ED AMANTE
SI’… E SENZA ALCUNA RIDERVA ED ALCUN PUDORE...
 
 
 
 
 
 
 
 
DELLA "REGALE" PASTIERA…A bocca aperta
 
 
 
 
 
 
 
 
 

PSICHE E SOGNO

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sabato 30 marzo 2013

VAN GOGH... L'ARTISTA... LE OPERE...

 
 
 
Nell'anniversario della nascita
di uno dei più grandi pittori di sempre
mi è impossibile non approfondirne la conoscenza
seppur sempre in modo sintetico
ma auspicabilmente abbastanza chiaro.
 
 
 
 
(Zundert 30 3 1853 – Auvers-sur-Oise 29 7 1890)
 
 
 
L'ARTISTA
 
 
 

Vincent Van Gogh è proprio il prototipo dell'artista maledetto... dalla breve e tormentata vita conclusasi con un suicidio.
 
Sue costanti amiche sono angosce ed emarginazione... che lo avvicinano ad artisti e poeti del suo tempo come ad esempio Toulouse-Lautrec e Rimbaud.
 
Questa tradizione "nera" era nata già col romanticismo ma si era ampliata nel mondo artistico di fine '800.
 
Eppure da queste sofferenze psicologiche per la non accettazione delle realtà sociali sono nate opere immortali...
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
BREVE BIOGRAFIA
 
 
 
Figlio di un pastore protestante dopo svariati lavori ebbe ad un certo punto anche lui una vocazione religiosa e divenne un predicatore.
 
Nello svolger la sua missione girando per poveri villaggi di minatori si appassionò alle loro lotte per migliorar le loro tremende condizioni di vita.
 
Questo però lo fece ritenere un soggetto socialmente pericoloso e fu licenziato.
 
Dopo un periodo di crisi e di sofferenze psicologiche ormai 27enne iniziò a dipingere.
 
La sua attività di pittore durò 10 anni scanditi da momenti di depressione ed altri di esaltazione.
 
 
 
 

 

 

 

Innamoratosi di una prostituta nel 1882 andò a convivere con lei poi la lasciò e si trasferì nel nord dell'Olanda sempre consigliato ed assistito dal fratello Theo sia in campo artistico che economico.
 
Il miglior risultato di questo primo periodo è  "I mangiatori di patate" del 1885 che vedremo più giù.
 
 
 
 
 

Cesto di patate

 
 
 
 
L'anno dopo raggiunge il fratello a Parigi che si trovava lì per lavoro e qui frequenta l'atelier Cormon, dove conosce altri giovani pittori come Toulouse - Lautrec ed incontra artisti come Pissarro, Gauguin, Seurat, Signac etc.
 
Questo gli consentì di approfondire la tematica dell'evoluzione dell'impressionismo e di affinare la sua arte soprattutto nell'uso del colore e nel contempo gli diede nuovi entusiasmi.
 
 
 
 
 

Vincent van Gogh - La taverna - Paris - 1886

 
 
 
 
Dopo 2 anni si trasferì in una cittadina del sud della Francia... Arles dove lo raggiunse Paul Gauguin.
 
Qui dopo un breve periodo d'intensa e favolosa (dal punto artistico) collaborazione Gauguin andò via ed in quell'occasione accadde la controversa storia del taglio del lobo di Van Gogh.
 
 
 
 
 

 
 
 
 
Dopo la partenza di Gauguin entrò di nuovo in una grave crisi psicologica alternata da momenti di euforia ed altri di depressione che ebbero fine col suo suicidio con un colpo di pistola.
 
I suoi quadri più famosi furono realizzati in pochissimi anni ed in vita non ebbe alcun riconoscimento tranne un articolo di giornale.

Subito dopo la morte però la sua arte fu riconosciuta e lui divenne un vero e proprio mito.

 
 
 
 
Autoritratto
 
 
 

 
 
 
LE OPERE
 
 
Il suo primo significativo periodo definito di Nuenen  è contaddistinto dal grande interesse per la pittura sociale nella quale il tema principale è quello del mondo degli umili
Significativa in tal senso è, come si diceva su, la tela "I mangiatori di patate".
 
 
 
 
 

Mangiatori di patate

 
 
 
 

Il periodo parigino segna un totale rinnovamento come abbiamo accennato su il colore si rischiara e modifica la tecnica di stendere i colori con rapide pennellate.

Qui i soggetti sono urbani interni ed esterni ma anche paesaggi.
 
 
 
 

Caffetteria in piazza

 
 
 
 
La stagione di Arles è quella dei suoi capolavori.
 
E' il periodo breve ma intenso della completa maturazione in cui lascia libero e totale spazio
all'esplosione del colore e che termina con la notissima "Camera da letto".
 
Ecco alcuni capolavori di questo periodo.
 
 
 
 

Notte Stellata
 
 
 
 
La Chiesa di Auvers
 
 
 
 
La berceuse (ritratto di madame roulin)
 
 
 
 
Camera da letto
 
 
 
 
 Agostina Segatori al Café du Tambourin - 1887
 
 
 
 
Infine in questo bel video possiamo ammirare
una bella carrellata di suoi capolavori
ascoltando... Mozart.
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
F I N E
 
 
Chi desiderasse legger
anche la storia della sua amicizia con Gauguin
e dell'orecchio tagliato secondo le ultime ipotesi...
 
 
 
 
 
 
 
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venerdì 29 marzo 2013

CIAO... ENZO JANNACCI...

 
 
 
 
Ciao Enzo Jannacci... artista e medico (cardiologo).
Era da tempo molto malato...
Tutti i suoi familiari gli erano accanto.
 
 
 
Vincenzo Jannacci detto Enzo
(Milano 3 6 1935 – Milano, 29 3 2013)
 
 
 
 
Di madre pugliese e padre lombardo era però milanesissimo.
 
 
 
 
 
 
 
 
 
Si è distinto soprattutto per la sua attività di cantante e cabarettista
nel corso degli ultimi 50 anni.
 
 
Ha inciso circa 30 album ed è considerato, per la scelta del rock,
uno degli innovatori della musica italiana
con Celentano, Tenco, Little Tony e Gaber.
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
Con quest'ultimo ci fu un sodalizio artistico durato moltissimi anni
e terminato solo con la morte di Gaber.
 
 
Entrambi erano gli appassionati cantori di una Milano a misura d'uomo
dove ancora potevi trovar in giro poeti e personaggi caratteristici
che stava scomparendo per diventare una grande metropoli.
 
 
 
 
 
 
 
 
 
Era bravissimo nell'analizzare la realtà
con intelligente satira ed amore per il paradosso.
 
 
I suoi maggiori successi come cantante furono "Vengo anch'io, no tu no"
che lo portò alla grande notorietà... e  "Ci vuole orecchio".
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
Ha lavorato molto anche nei teatri ed ha partecipato a diversi film
come attore o compositore ed a spettacoli televisivi.
 
 
Ricordiamolo e salutiamolo
ascoltandolo e rivedendolo in queesta interpretazione
della sua mitica canzone "Vengo anch'io"
 
 
 
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Ciao Enzo...
ora canterai tra le stelle i tuoi testi originali
 
 
 
 
 
 
 
 

 
 
 
Tony Kospan
 
 
 
 
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